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Emergenza sanitaria: quali sono i provvedimenti adottati dal CNDCEC?

L’emergenza Coronavirus sta velocemente raggiungendo l’apice nel nostro Paese. Con il decreto “Io resto a casa” annunciato tramite conferenza stampa dallo stesso premier Conte, subito pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed entrato in vigore il 10/03, vengono adottate ulteriori misure restrittive al fine di far fronte all’emergenza sanitaria.

Cambiano le abitudini e scossoni importanti arrivano anche per quanto riguarda economia e mondo del lavoro. Sono molte infatti le attività lavorative che rischiano di bloccarsi per questo lasso di tempo (non ancora stimabile con certezza) e altre che invece provano sin da subito a riorganizzarsi attraverso apposite riforme per lo stato d’emergenza.

Non fa ovviamente eccezione nemmeno la categoria dei commercialisti. Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ha previsto tramite apposita informativa misure emergenziali da dover adottare sia durante la crisi che successivamente alla sua fine.

Proprio a tal riguardo, è già stato deciso che al termine dell’emergenza epidemiologica, il Consiglio provvederà subito a stabilire ed ufficializzare la riduzione dei crediti obbligatori ai fini della formazione professionale valida per il 2020.

Con la decisione di estendere la “zona rossa” a tutto il territorio nazionale vengono di conseguenza estesi gli ordini previsti inizialmente solo per Lombardia e le altre 14 province:

  • Sospensione fino al 3 aprile degli eventi in luogo pubblico o privato anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico,
  • Sospensione fino al 3 aprile delle attività di formazione, di corsi professionali di master, corsi di formazione,
  • Sospensione delle procedure concorsuali pubbliche e private, tranne nei casi in cui si effettui la valutazione dei candidati solo su basi curriculari o telematicamente.
  • Adozione del collegamento da remoto per favorire riunioni e “incontri” di natura lavorativa e non

Commercialisti e smart working

Dal 10/03 ovviamente si cercherà di privilegiare lo smart working (il lavoro agile) che nelle zone del Nord Italia si sta adottando già da un paio di settimane. Tuttavia non è detto che si debba provvedere alla chiusura del proprio studio.

Si devono però rispettare le disposizioni arrivate già nei giorni scorsi da parte del Governo. Le amministrazioni pubbliche infatti assicurano in maniera contenuta, ma comunque ordinaria, la normale apertura degli uffici pubblici e il regolare svolgimento di tutte le attività istituzionali.

Le stesse amministrazioni devono privilegiare modalità flessibili in particolare per i lavoratori con patologie, che si avvalgono di servizi di trasporto pubblico o su coloro su cui grava la cura dei figli a seguito della chiusura delle scuole.

Per continuare nella maniera più serena possibile e allo stesso tempo responsabile e controllata l’attività di ufficio, gli stessi professionisti dovranno appurare che tra i propri lavoratori non vi sia stato alcuno che abbia avuto contatti con persone provenienti da quelle che fino al 09/03 erano le "zone rosse".

Nel caso invece siano confermati contatti e ci siano persone che abbiano fatto ritorno dalle province in questione, sarà necessario indicare il fatto ai responsabili della sicurezza del lavoro incaricati dall’azienda.

Per gli uffici adibiti al ricevimento pubblico o frequentati da personale esterno è previsto lo scaglionamento degli accessi, pulizia e disinfestazione degli ambienti, messa a disposizioni di strumenti di igiene e disinfettanti.

Il Cruscotto del commercialista

L’iniziativa del CNCDEC ribattezzata con il nome di “Cruscotto del commercialista” racchiude al suo interno quelle che sono le norme che l’Associazione impone di seguire nel contrasto alla diffusione del virus Covid-19.

Sono stati varati tre modelli di informativa per l’uso sia interno che esterno.

Modello 1

Nel Modello 1 le raccomandazioni a tutti gli iscritti all’albo.

Recependo la regola base “stare a casa”, il Consiglio prevede il massimo utilizzo di permessi e ferie per tutti i professionisti, dipendenti e collaboratori degli studi.

Qualora non fosse possibile concedere tali permessi né applicare le regole dello smart working sarà necessario attenersi scrupolosamente alle regole sanitarie prescritte per l’emergenza Covid 19.

In caso di attività professionale all’interno dello studio, il titolare dovrà dotarsi di apposita autocertificazione che motivi l’esigenza dello spostamento per comprovate ragioni lavorative e dotare della stessa anche i propri dipendenti e collaboratori.

Modello 2

Il Modello 2 è l’informativa al personale interno dello studio.

Il titolare di studio chiederà di attuare misure informative precauzionali e cautelative per evitare l’accesso a coloro che presentano sintomi influenzali o siano stati in contatto con persone in quarantena o sotto osservazione.

Sono da evitare trasferte presso clienti e fornitori, riunioni, attività di aggregazione di persone, massimo rispetto della distanza di sicurezza di un metro e delle norme igieniche sanitarie.

Modello 3

Il Modello 3 è l’informativa rivolta a clienti, fornitori e terzi.

Il titolare di studio dovrà consigliare a tutti i clienti l’utilizzo di posta elettronica, telefono, fax, internet per limitare il più possibile gli accessi fisici all’ufficio.

Qualora non sia possibile evitare l’accesso si dovrà sostare obbligatoriamente presso la reception in attesa di assistenza rispettando le misure di sicurezza ed evitando contatti fisici.

L’uso delle mascherine è raccomandato anche alle persone che dovranno accedere allo studio nel caso in cui soffrissero di temporanei sintomi tipici del periodo pur senza febbre.