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Decreto Agosto: quali sono le richieste del CNDCEC?

Nonostante non sia andata a buon fine la battaglia con il Governo da parte della categoria di commercialisti e professionisti, in merito alla richiesta di slittamento dei versamenti fiscali a settembre, il CNDCEC torna a farsi sentire con il Governo, in questi giorni caldi soprattutto per la nascita di quello che sarà il decreto agosto.

In questo caso viene sollecitata una proroga dei versamenti delle imposte risultanti dalle dichiarazioni dei redditi in scadenza il prossimo 20 agosto al 30 settembre o in alternativa l’introduzione in via eccezionale di un meccanismo di esclusione dalle sanzioni previste per chi regolarizzerà i versamenti previsti dallo scorso marzo entro la fine di ottobre.

>A seguire questa richiesta, ce n’è un’altra relativa allo spostamento, al 13 settembre, delle scadenze delle istanze relative ai contributi a fondo perduto per chi possiede domicilio fiscale o sede operativa nel territorio di comuni che hanno sofferto la gravità di eventi calamitosi.

Infine, viene chiesto anche lo spostamento della data di termine del bonus sanificazione giunto ormai in scadenza.

Le difficoltà di commercialisti e contribuenti

La categoria dei commercialisti spinge molto sul rinvio e l’accoglimento delle richieste presentate, non per un mero capriccio, ne tanto meno per una dimostrazione di forza per la categoria, ma semplicemente nell’interesse dei contribuenti, senza dubbio le vittime predilette di quanto accaduto fino ad ora dal punto di vista economico e lavorativo.

Versamenti IVA, ritenute, contributi previdenziali, premi assicurativi, fanno si che diventi praticamente impossibile poter rispettare i tempi concessi, in virtù della grande mole di adempimenti straordinari introdotti dall’Esecutivo in questi mesi passati per l’accesso alle misure di sostegno messe in campo per fronteggiare la crisi.

Ora si è tra l’altro alle prese con le istanze per il contributo a fondo perduto e con quelle relative al credito d’imposta per la sanificazione e l’acquisto di dispositivi di protezione.

L’intervento di Miani

“I tempi designati per la risoluzione di questi adempimenti si stanno rilevando totalmente insufficienti.” Ha commentato in una nota pubblica il numero uno del CNDCEC Massimo Miani che ha poi proseguito: “Siamo ad una settimana dalla scadenza riguardante il contributo a fondo perduto e ad oggi non si ha ancora nessuna certezza su quelli che sono i soggetti che potranno godere del beneficio: non vi è infatti una lista ufficiale a cui fare riferimento per capire quali sono i comuni colpiti da eventi calamitosi con stato di emergenza in atto alla data spartiacque del 31 gennaio 2020”.

La situazione di fatti è alquanto assurda soprattutto per i contribuenti: quest’ultimi ad oggi si trovano nella condizione di rischiare conseguenze penali o in altro caso di sanzioni amministrative pesanti qualora si dovesse presentare indebitamente richiesta.

Poco sostenibile anche la situazione lavorativa del commercialista: in questo clima pesante, dettato da incertezza, tempi stretti e confusione, viene a meno la diligenza professionale, la cura verso il cliente e i suoi interessi.

Il supporto dell’ UNGDCEC

Non è mancato ovviamente nemmeno il supporto del presidente dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, nella figura del presidente Matteo De Lise, che ha espresso tutto il rammarico in merito alle dichiarazioni dell’onorevole PD Claudio Mancini, reo di aver tacciato di “incredibile corporativismo” la categoria dei commercialisti dopo aver manifestato i problemi con gli adempimenti.

“In piena emergenza Covid – spiega De Lise – è stata emanata una enorme quantità di normative, che hanno avuto molteplici ricadute su imprese e professionisti. Le scadenze e gli adempimenti sono aumentati, non diminuiti, circostanza che sembra essere stata non adeguatamente considerata dal deputato. Un carico di lavoro extra che abbiamo affrontato per non sfilacciare ulteriormente il tessuto economico del Paese, ma che è stato reso più gravoso dalle normative annunciate prima di essere emanate e da provvedimenti contenenti criticità operative non risolte con la dovuta tempestività". In questo scenario, per il presidente dell'Ungdcec "quello dei commercialisti non è un capriccio corporativo e non è una carenza organizzativa interna degli studi. Si tratta invece – evidenzia De Lise – di una diretta conseguenza dell'attività politica del Governo sostenuto da Mancini.”